La manifestazione Libridamare a Fondi 2024, promossa da Porto di Sperlonga srl, patrocinata e sostenuta dell’Ente Parco naturale regionale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi, e organizzata dall’Associazione Posidonia, si terrà dal 12 al 14 aprile, presso la Sala Lizzani del Complesso di San Domenico a Fondi, con una gustosa appendice alla Sala Giulia Gonzaga del Palazzo Caetani, dove domenica 14 verrà inaugurata la mostra Fondi à la carte, vedute di Fondi e dintorni dal XVII al XIX secolo.
Il tema generale del weekend di eventi fondani sarà: Naufraghi, viaggiatori e corsari nel Lazio meridionale, storie e visioni del territorio. Un tema che unisce il mare di Sperlonga, nella sua accezione più storica e piratesca, al tracciato interno dell’Appia, che fece di Fondi e delle altre città disseminate lungo il suo percorso locale, una tappa imprescindibile dei famosi viaggi del Grand Tour.
Venerdì 12 alle 21:00, l’apertura sarà “Avventure Corsare: il Mediterraneo fra scorrerie, schiavi e convertiti“, il coinvolgente racconto dello storico Diego Morgera, che descrive il suo nuovo spettacolo narrativo come “un viaggio sul fluttuante mondo mediterraneo, dove i confini e le differenze erano effimeri quanto le onde del mare, e mussulmani e cristiani guerreggiavano senza tregua”.
Per le giornate di sabato 13 e domenica 14, sempre presso la Sala Lizzani, avremo due tipologie di incontri. Entrambi i pomeriggi, alle 17:30, gli operatori del Centro Educativo PidiPupi proporranno attività e laboratori per i più giovani. Il 12 sarà dedicato alle ragazze e ai ragazzi dagli 8 anni in su, grazie all’incontro con Giorgio Anastasio, divulgatore di storia e mitologia per l’infanzia, che guiderà i partecipanti nei grandi racconti della mitologia locale e mediterranea, partendo dalle storie della nuova uscita delle PP-Storie, “Enea a Gaeta“, libro illustrato edito da Ali Ribelli Edizioni. La domenica, invece, spazio ai più piccoli (4-7 anni) con “In viaggio tra le Storie”, letture condivise sul tema del viaggio che culmineranno in un laboratorio creativo tematico, in cui verranno utilizzati anche materiali naturali e/o di recupero, coinvolgendo i bambini e le famiglie presenti.
Per gli appassionati di storia e cultura locale, infine, due appuntamenti imperdibili in prima serata, alle 21. Sabato 13 ci sarà un inedito incontro tra due collezionisti, il germanista Aldo Tenedini e lo studioso formiano Renato Marchese che dialogheranno su “Vedute di Fondi e del territorio circostante: cartine e illustrazioni di viaggiatori e personaggi del Grand Tour“. A fare gli onori di casa saranno Lucio de Filippis (Direttore dell’Ente Parco dei Monti Ausoni e Lago di Fondi) e Raniero de Filippis (Fondazione Roffredo Caetani).
Domenica 14, gran chiusura con la prima presentazione fondana del notevole ritrovamento dello storico e archivista Giovanni Pesiri: “Il sacco e rovina di Sperlonga del 1623“, stupendo testo inedito di Curzio Mattei da Lenola, in cui l’interessante poeta e chirurgo racconta in presa (quasi) diretta il terribile assalto corsaro alle coste pontine avvenuto all’inizio del XVII secolo.
Dopo una introduzione storico di Diego Morgera, Don Adriano Di Gesù, reggente del Santuario Madonna del Colle di Lenola, coadiuverà Pesiri nel descrivere la genesi dell’opera, il suo ritrovamento e le origini lenolesi del misconosciuto autore. A rendere l’atmosfera della serata ancora più storica e coinvolgente, ci penseranno le melodie folkloristiche de i Cantastorie Lenolesi.
Ultimo ma per questo non meno importante, il grande evento a latere dei convegni, sarà la mostra Fondi à la carte – Vedute di Fondi e dintorni dal XVII al XIX secolo, in agenda dal 14 aprile al 14 maggio presso la Sala Giulia Gonzaga (Palazzo Caetani), a cura di Aldo Tenedini e con opere integrative di Renato Marchese.
Sin dalla notte dei tempi, l’essere umano ha sentito la necessità di rappresentare gli spazi che lo circondano. Le mappe, infatti, sono un’invenzione preistorica, ma è nel mondo antico e classico (Egizi, Sumeri, Babilonesi, Greci, Romani) che la loro realizzazione si concretizza in strumenti di conoscenza e analisi del mondo fisico (e, a volte, di quello meraviglioso, come avverrà anche nelle Mappae Mundi dal Medioevo in poi, quando le lande sconosciute verranno ‘riempite’ con raffigurazioni di fantasmagorici abitanti e strane bestie).
Cartine, mappe e portolani (ovvero la riproduzione delle coste, dei peripli geografici e degli approdi) sono stati creati per spiegare il mondo, per definire i confini delle proprietà (locali, nazionali, imperiali) e per orientarsi sul mare e in terra. Sono documenti che ci permettono di osservare i mutamenti storici e ambientali del territorio, i progressi delle esplorazioni e, non ultimo, della scienza della misurazione.
L’osservazione odierna di una cartina antica permette, inoltre, di riconoscere e analizzare il territorio nella sua evoluzione temporale, cioè di immergerci nel punto di vista quotidiano dei nostri antenati: un viaggio nel tempo, insomma, con la coscienza del presente. Frutti culturali e artistici d’una diversa tipologia di viaggio, non esplorativo bensì più personale, sono invece le vedute presenti nella mostra.
Per un italiano è normale vivere la giornata immerso tra i resti della Storia romana, greca, etrusca, cristiana. Arriviamo persino a infastidirci se una colonna caduta a terra da secoli e secoli ci crea problemi nel parcheggiare l’auto sotto casa. Ma per un tipico cittadino anglosassone o del Nord Europa ciò non è affatto normale, poiché tanti reperti antichi, nelle sue terre, semplicemente non ci sono mai stati. Se portiamo questo concetto a un’epoca in cui non esistevano internet, cellulari, televisioni, fotografie e strumenti riproduttivi aldilà del disegno… per un tedesco, un inglese o un americano l’unico modo per ammirare monumenti come il Colosseo, l’Arena di Verona, Firenze, i canali di Venezia, i templi di Paestum, il teatro di Taormina… era venire personalmente in Italia. Così, chi poteva permetterselo pagava nave o carrozza e partiva. Questa vera e propria vacanza-studio, nata nel XVIII secolo, è nota come Grand Tour, ovvero “grande giro”, e durava da mesi ad alcuni anni. Era, in sintesi, un lungo periodo di apprendimento delle profonde radici della Storia mediterranea.
“Una delle tappe maggiormente raccontate e illustrate nel genere letterario-pittorico sorto in concomitanza con il Grand Tour – sottolineano gli organizzatori – è senza dubbio il tragitto da Roma a Napoli, con il confine della Portella di Monte San Biagio a far da spartiacque tra l’ultima città del Papa, Terracina, e la Porta del Mezzogiorno, Fondi. Una pericolosa terra di nessuno, sorvegliata con lassismo e corruzione dai preposti al controllo dei documenti alla Portella, in cui avevano modo di scorrazzare in relativa libertà i famosi e pittoreschi briganti dell’epoca”.
Come ha scritto lo studioso Renato Marchese, in questo viaggio esperienziale, “l’attenzione di artisti, viaggiatori, archeologi e studiosi che sono passati per il nostro territorio, non si è limitata alla descrizione nei loro libri di viaggio dei luoghi di cui rimanevano affascinati, ma si è anche tradotta in altre e più significative espressioni artistiche, quali disegni, chine, acquerelli e dipinti quasi tutti di notevole pregio”.
Alcune di tali opere sono presenti in questa mostra, curata dal germanista e collezionista Aldo Tenedini, fortemente legato al territorio sud pontino: “Sono felice di mettere a disposizione dei fondani e dei loro vicini la visione di questi documenti storici. Personalmente, ritengo che collezionare mappe significhi riprendersi un pezzo di storia di cui ai nostri predecessori non era concessa la visione, poiché solo pochi fortunati avevano il privilegio di accedere alle cartine, divenute merce preziosissima e spesso segreta nell’era moderna. La mostra Fondi à la carte nasce come un mio atto di affetto e riconoscenza per Fondi, un luogo dove ho trascorso felicemente gli anni dell’adolescenza”.
Fonte: h24notizie.com