Appia Antica

Posta nelle Gole di Sant'Andrea, questa porzione di Via Appia si presta ad una favolosa passeggiata storico-archeologica-naturalistica
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La via Appia, colossale opera avviata dal censore Appio Claudio Cieco, collegava Roma a Brindisi, porto fulcro delle rotte commerciali, passando per Terracina, Fondi, Capua, Benevento, Venosa, Taranto; per l’importanza enorme che assunse a quei tempi dal punto di vista economico, militare, ingegneristico e culturale, era chiamata dai romani “Regina Viarum” (Regina delle strade).
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Alla fine del ‘700, papa Pio VI avviò lavori di recupero della strada, seppellendola per usare l’antica via come fondamenta di quella nuova: l’operato romano, perciò, oggi è apprezzabile solo in alcuni tratti. Uno tra questi è lo spettacolare percorso tra Fondi e Itri, che passa per la gola di s. Andrea, una serie di curve; vi si accede prendendo a destra la carrareccia che si stacca dall’Appia attuale al km. 125,8 e seguendola per raggiungere l’inizio della zona archeologica e l’area di parcheggio, oppure staccandosi dall’Appia attuale a destra del km 129,6, dove è presente un altro parcheggio. In questo punto, la strada originale romana sale lungo l’impervio lato destro della valle di S. Andrea, distaccato dal percorso moderno che, invece, sale su quello sinistro: questa deviazione ha permesso la conservazione e il recupero di questo tratto di via antica.
Nel tempo, sia nel medioevo che in ere più recenti, sono avvenuti sia restauri del lavoro romano che rifacimenti, creando una combinazione che rende visibile a occhio nudo la storia dell’ingegneria civile e la sua evoluzione; si alternano, infatti, la strada lastricata romana dell’età di Caracalla (216 d.C.), la strada lastricata rinascimentale (1568) e la strada selciata borbonica (1768).
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I visitatori possono, perciò, apprezzare molteplici siti storico-archeologici di diverse epoche, con pannelli descrittivi (posti dall’ente Parco Naturale dei Monti Aurunci, dopo aver curato alcuni interventi di restauro), che si incontrano in questo ordine procedendo da Fondi verso Itri:

  • Strada selciata borbonica, con resti del terrazzamento in opera poligonale di età romana;
  • Cisterna romana pertinente a una stazione di sosta della strada, ai piedi del valico;
  • Epitaffio di Filippo II re di Spagna, eretto nel 1568 da Parafàn de Ribera, duca di Alcalà e viceré di Napoli;
  • Grandioso ponte di Filippo II re di Spagna, eretto nel 1568. L’arco, distrutto durante l’ultima guerra, è stato ricostruito nel 2004;
  • Ponticello di età napoleonica;
  • Strada lastricata dovuta a un restauro di Filippo II re di Spagna nel 1568;
  • Strada lastricata dell’età di Caracalla e miliario borbonico;
  • Stazione di sosta antica, con piazza ricavata nel I secolo a.C., in cui è presente una cisterna i opera incerta potenziata da strutture di accoglienza in opera reticolata;
  • Fortino di s. Andrea, eretto in età napoleonica sui colossali resti di un tempio di Apollo;
  • Tratto lastricato dell’età di Caracalla, con muro di sostegno della via in opera quadrata;
  • Piazzola lastricata di età borbonica, per lo spogliamento delle acque piovane e il loro decorso nel chiavicotto sul lato vallico;
  • Tratto lastricato dell’età di Caracalla con muro di sostegno della via in opera quadrata;
  • Strada nell’imbrecciata borbonica del 1768, sostenuta sul lato a valle da una colossale muraglia in opera quadrata del II-I sec;
  • Calcara novecentesca;
  • Ponte borbonico, eretto da Ferdinando IV nel 1768 n relazione all’ammodernamento della strada;
  • Casino di guardia borbonico;
  • Grande terrazzamento della Forcella, stazione di sosta antica alla sommità del valico;
  • 35° miliario borbonico.
Particolarmente interessante è la storia di questo tratto di strada legata al periodo borbonico: come già accennato, nel 1768 il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone rinnovò la via Appia fino a Capua; questi lavori furono eseguiti per accogliere degnamente l’arrivo della sua sposa Maria Carolina d’Asburgo, a cui si era unito in matrimonio per procura, incontrandola proprio a Fondi, alle porte del suo Regno. Anche il forte di s. Andrea è un luogo denso di storia e di leggenda: in particolare, vi si verificarono nel Cinquecento battaglie per il controllo del regno di Napoli e fenomeni di brigantaggio; è celebre la figura di “Fra’ Diavolo”, brigante che nel 1798 in questo luogo difese l’ingresso al Regno dai francesi.
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Questo tratto della via Appia coincide, tra l’altro, con la via Francigena, antico percorso dei pellegrini che attraversa tutta l’Europa per collegare le principali città sante: Roma, Gerusalemme, Santiago de Compostela. Oggi, per visitarlo camminando nella storia e nella natura, si può arrivare sia da Fondi che da Itri; il percorso è accessibile anche alle sedie a rotelle.
Procopio usò queste parole di ammirazione per descrivere l’imponente via Appia, nove secoli dopo la sua costruzione (risalente al IV-III sec. a.C.): “È veramente una delle opere più meravigliose del mondo. Tutte le pietre del selciato, che sono pietre molari molto dure, Appio Claudio le fece trasportare cavandole altrove, perché non si trovano in questa regione. Poi fece scalpellare quelle pietre fino a renderle lisce in superficie e le fece tagliare ad angoli, in modo che combaciassero tra di loro senza calce né altro coesivo ed esse stanno unite tanto saldamente che chi le osserva non crede che siano state così disposte ad arte, ma che formino un unico insieme. E malgrado il tempo passato e pur essendo stata percorsa ogni giorno avanti e indietro da moltitudini di veicoli e di animali di ogni specie, la loro compagine non è stata in alcun modo sconnessa, né hanno perduto nulla della loro levigatezza”.