ITRI – Il ‘padre’ del neo realismo italiano Giuseppe De Santis continua a far parlare: del suo cinema, della sua storia personale, culturale e politico-sociale.
Dopo il recente libro di Paolo Speranza su “Riso amaro” (edizione Gremese), presentato in anteprima nazionale a Itri in apertura della 21° edizione del “Fondi Film festival- Rivierad’Ulisse”, è in preparazione il film-documentario “Un’altra Italia era possibile. Il cinema di Giuseppe De Santis”, scritto e diretto da Steve Della Casa, sarà presentato venerdì 7 ottobre, alle ore 12, presso la sala “Carlo Lizzani” dell’ex Convento di San Domenico in Fondi, è una co-produzione italo- francese promossa dalla “Beetlefilm” di Pierfrancesco Fiorenza e Andrea Lorusso Caputi in collaborazione con la “Surf Film” di Massimo Vigliar che curerà la distribuzione all’estero. Il film è sostenuto dal Ministero dei Beni culturali, dalla “Film Commission Torino Piemonte” e dalla “Roma Lazio Film Commission.
Nella scheda di presentazione si fa riferimento alla “particolarità” del cinema neorealista di De Santis, sia per l’uso di strumenti e modalità di ripresa innovative che per lo stile di narrazione spettacolare che si innesta sul racconto del reale. Si sottolinea inoltre la poetica desantisiana che, partendo dalle ferite postbelliche, illustra una nazione avviata verso lo sviluppo che porrà accanto a conquiste e progressi, distorsioni e arretramenti etico-culturali, fino al disfacimento coi fenomeni corruttivi finendo – per certi versi – per essere accostata alla forte denuncia di Pier Paolo Pasolini negli anni successivi.
Vengono infine evidenziate le forti resistenze della sua parte politica (il partito Comunista italiano), che lo additò per “la scarsa ortodossia espressiva, formale e sostanziale”, tanto da portarlo all’isolamento fino a spegnere la sua voce a soli 48 anni, subito dopo “Italiani brava gente”. L’ultimo film del 1972, “Un apprezzato professionista di sicuro avvenire”, realizzato dopo quasi 20 anni di silenzio, da parte di De Santis fu anche il frutto di un impegno economico produttivo personale e di amici che non lo avevano mai abbandonato. Anche questa opera del regista di Fondi fu osteggiata ferocemente dalla censura e dalla stessa critica ma risultò altrettanto profetica per il racconto del disfacimento morale, al limite del paradosso, dell’Italia.
Gli ultimi 25 anni di vita, pur se escluso dal sistema produttivo cinematografico e televisivo, De Santis li ha comunque trascorsi nel costante fervore della scrittura, tanto da fargli affermare, durante la cerimonia di consegna a Venezia del Leone d’oro alla carriera nel 1995, di voler essere ricordato più per i film che non aveva realizzato che per quelli che gli era stato possibile portare sugli schermi. E uno degli ultimi progetti, “Il permesso” – racconto dell’uscita dal carcere di un gruppo di terroriste, dopo tanti anni di detenzione, per assistere ad uno spettacolo teatrale –, pur avendo subito l’ennesimo e definitivo impedimento prima dell’inizio delle riprese, ha fornito lo spunto per opere successive di altri autori. Il film-documentario per la regia di Steve Della Casa verrà girato in gran parte a Fondi, luogo – come detto – di nascita e formazione di De Santis, oltre che scenario di due film fondamentali come “Non c’è pace tra gli ulivi” e “Giorni d’amore”. Altre riprese saranno effettuate sui luoghi di “Riso amaro”, così come sarà dedicato spazio alla fortuna che ancora oggi il cinema neorealista in generale e quello di De Santis in particolare incontra in Francia, con interviste a Parigi a Frédéric Bonnaud, Direttore Generale della Cinémathèque Française, e a Gerald Duchaussoy, Responsabile della sezione Cannes Classique del Festival transalpino. Fondi, che ricorda e celebra senza interruzione la grandezza di Giuseppe De Santis, con incontri, pubblicazioni e festival, attendendo l’apertura del “Museo del Neorealismo”, è pronta ad accogliere la troupe con il sostegno che merita chi continua a occuparsi della straordinaria vicenda umana e artistica di uno dei suoi figli illustri.
Fonte: temporeale.info